Il B-side Pride nasce come incontro di singol*, associazioni, collettivi, reti, migranti, richiedenti asilo, razzializzate, native e terrone, studentesse/i/*, sieropositiv*, sex worker, frocie, lesbiche, trans*, intersex, non binarie e transfemministe con storie politiche e di partecipazione ai movimenti lgbtqi e transfemminista-queer diverse tra loro: ma ci accomunava la voglia di fare una politica orizzontale, assembleare, autonoma, desiderante e non consociativa.
Il B-side Pride nasce per reinventare un movimento autorganizzato di liberazione di corpi, generi e sessualità. Un movimento che sappia produrre, a partire da sé e dai bisogni delle soggettività che lo costituiscono, un’analisi e una pratica per opporsi alla violenza strutturale dell’eteropatriarcato.
La prima occasione di incontro è stato il pride bolognese 2019. Abbiamo scelto di cominciare a riunirci in assemblea chiedendoci come avremmo voluto attraversarlo e dunque cosa il pride rappresentasse per noi tutt*. Ne è nato un percorso che ha portato ad un primo documento pride, che presentava già le fondamentali rivendicazioni dell’agenda politica di B-side. Ma soprattutto è nato il tentativo di immaginare un modo diverso di costruire ed attraversare il pride, che avesse lo spirito delle rivolte di Stonewall, il cui cinquantesimo anniversario cadeva proprio in quell’anno. Un pride pensato come momento di presa di parola e visibilità di tutte le soggettività lgbtqi razzializzate e marginalizzate/stigmatizzate, espressione dei nostri bisogni e rivendicazioni, e non uno stanco rito e vetrina per le realtà del movimento istituzionalizzato. Un pride costruito come manifestazione/corteo politico e non come evento di pubblico spettacolo. Un pride che sia espressione dei nostri bisogni e delle nostre rivendicazioni e non stanco rito della liturgia mainstream.
Dopo l’esperienza del pride, abbiamo continuato il percorso B-Side nella convinzione che l’esigenza di ripoliticizzare i pride andasse oltre l’evento in sé e ci fosse in realtà voglia di una ripoliticizzazione del movimento. Abbiamo dunque continuato a riunirci in assemblea pensando il Bside non certo come semplice comitato di organizzazione di una porzione dell’evento pride, ma come spazio per fare politica frocia transfemminista intersezionale. Ciò ha significato e significa costruire analisi e pratiche centrate sulla sovversione della matrice eterosessuale della società e della cultura in cui viviamo più che sulla correzione delle discriminazioni.
Significa anche creare momenti di socialità safer e attraversabili da tutte le soggettività, incluse quelle razializzate, come il party che ha inaugurato e finanziato la bside storm dell’autunno 2019, cioè la stagione di iniziative politiche che hanno tradotto in azione e in pratiche le rivendicazioni di B-side.
La prima di queste iniziative non poteva che essere una assemblea pubblica aperta a tutt* coloro che sentissero il bisogno di confrontarsi in una modalità orizzontale ed autorganizzata. Pensata per condividere con la città il percorso bside, raccogliere bisogni e desideri delle soggettività che costituiscono e a cui si rivolge B-Side, la prima assemblea pubblica ha poi portato ad un allargamento delle realtà lgbtqi+ e de* singol* partecipanti al B-Side rispetto a quelle che ne hanno fatto parte da subito o che si sono successivamente unite.
In occasione della giornata mondiale di lotta all’HIV/AIDS, il 1 dicembre 2019 abbiamo scelto di organizzare un’autoformazione ed un’autoinchiesta (tra le pratiche transfemministe che il B-Side Pride mette in campo) con lo scopo di creare uno spazio di risocializzazione dei saperi e pratiche diverso e composito (coinvolgendo anche le pratiche dell* artivist* dei Conigli Bianchi), mirato a potenziare partecipazione attiva, possibilità di scelta, solidarietà, mutualismo e a contrastare stigma, sierofobia e sessuofobia.
L’incontro ha avuto a tema Undetectable = Untrasmittable (non rilevabile = non trasmissibile), ossia l’acquisizione, ormai accettata da parte della comunità scientifica italiana (il 12 novembre 2019), del fatto che una persona sieropositiva con viremia non rilevabile non può trasmettere il virus. Un passo epocale per la lotta all’HIV/AIDS in quanto il corpo sieropositivo diventa strumento di prevenzione (Tasp).
Infine in occasione della Giornata mondiale contro la violenza su* sex workers, il 17 dicembre 2019 abbiamo creato un momento di loro presa di parola e di dibattito con attivist* e ricercat* del lavoro sessuale per parlare di violenza, stigma e decriminalizzazione.
Infine, non può mancare un riferimento alla vicenda della legge regionale “contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”. Una legge frutto di mediazioni al ribasso che già dal cambio del titolo, che originariamente era “Legge contro l’omolesbotransnegatività”, mostra di non voler riconoscere la matrice eteropatriarcale strutturale di odio e violenza che porta a negativizzare la stessa esistenza delle persone lgbtqi+. Le continue mediazioni al ribasso l’hanno resa una legge assolutamente insufficiente rispetto ai bisogni emergenti dalla materialità delle vite queer. Per questo abbiamo scelto di disconoscere a nostra volta questa legge (comunicato), e siamo state seguite dalla quasi totalità delle realtà lgbtqi+ locali e da alcune realtà nazionali, anche esterne al percorso fino ad allora consolidato.
A partire da questa esperienza abbiamo rafforzato la nostra convinzione che promuovere l’autonomia delle nostre lotte e i percorsi di trasformazione sociale dal basso sia l’unico modo di renderci, come soggettività lgbtqi+, veramente libere da omolesbotransfobia e sierofobia e dal ricatto istituzionale, diventando sempre più protagonist* del discorso pubblico e politico.
Conclusa la prima stagione dell’esperienza B-side, è rimasta la necessità di rilanciare un movimento LGBTQIA* orizzontale e autonomo che sappia immaginare un’agenda politica dal basso, fatta di obiettivi e vertenze concrete, che abbia al centro la lotta contro la violenza strutturale eteropatriarcale, antirazzismo e sostegno a* migranti* Lgbtqia+ *, accesso alla salute e benessere per tutt*, accesso alla prevenzione gratuita delle Infezioini sessualmente trasmissibili, reddito, diritti sociali e civili, depatologizzazione dei percorsi trans, decriminalizzazione del lavoro sessuale, educazione sessuale e affettiva.
Queste istanze incrociano ora il mutato contesto della pandemia globale Covid-19, in cui si rivela la centralità della riproduzione sociale e del lavoro di cura, gratuito e non, che normalmente è invisibilizzato o attratto dallo sfruttamento capitalistico e si acutizza una crisi di quella domesticità già segnata da abusi e violenza.
Riteniamo dunque che occorra una riflessione comune sulla dimensione della cura, convint* che senza di essa le misure di contenimento del contagio siano vane e rischino di trasformarsi in puri strumenti di repressione e controllo.
B-Side si propone da sempre di muovere dai bisogni, desideri e istanze delle soggettività lgbtqia+, e in particolare di quelle più marginalizzate. Nel contesto dell’emergenza abbiamo iniziato ad interrogarci sulle pratiche da mettere in campo a partire da quelle di mutualismo volte a creare reti solidali dal basso, che sono in costante aggiornamento su questa blogga.
Siamo infine consapevoli che la portata e le conseguenze del fenomeno Covid-19 saranno ben più ampie della quarantena per come l’abbiamo conosciuta finora e che in ogni caso gli effetti del lockdown dureranno ben oltre la fine delle misure attualmente in vigore.
Proprio per questo la blogga è pensata per raccogliere bisogni e lotte e per trovare momenti di socialità frocia, insieme alla pratica delle assemblee pubbliche e delle autoinchieste.
Per questo, invitiamo tutt* a partecipare alle nostre assemblee pubbliche, a contattarci per conoscerci, per avere accesso alle nostre risorse e per contribuire alle reti di mutualismo e di socialità a cui B-side da vita e partecipa.
Venite con noi!
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