Pane, paillettes e connessione FAQ & materiale

In questo volantino ci sono le risposte alle domande frequenti sul funzionamento della cassa mutua e dei “Grani”, la moneta complementare con cui puoi fare la spesa:

Benvenut in Pane, Paillettes e Connessione

Questo è un volantino da appendere e distribuire liberamente, per far conoscere la cassa mutua Pane, paillettes e connessione:

volantino crowdfunding qrcode

 

Let’s stay connected! Ti serve un computer? Vuoi donare un computer? Leggi qui!

Con il progetto Paillettes e Connessione B-Side Pride vuole creare una rete di mutuo aiuto fra persone trans, non binarie, gay, lesbiche, queer, intersex nella crisi economica e sanitaria del Covid-19.
Avere un computer e una buona connessione internet è un bisogno fondamentale, sia per coltivare le proprie relazioni che per fare politica, per formarsi e informarsi, per lavorare o cercare lavoro, per accedere ai servizi e ai sussidi pubblici e alle informazioni utili a per far valere i propri diritti.
Oltre alla raccolta fondi, abbiamo cercato di organizzare un sistema che permette a chi ha un computer portatile di rigenerarlo in autonomia utilizzando software libero e di metterlo a disposizione di qualcuno che ne ha bisogno. (Ma chi non riesce a rigernerarlo in autonomia, può anche portarci il computer così com’è e ce ne occuperemo noi).
Il computer può essere anche molto vecchio e pieno di virus, basta che la parte hardware funzioni.
Chiunque voglia utilizzare queste istruzioni per replicare il progetto in altre città è benvenut@ (e se ci scrivete e ci raccontate come è andata ci fa molto piacere). 
Qui sotto ci sono le informazioni per chi vuole ricevere un computer e per chi vuole donarlo. 

Leggi tutto “Let’s stay connected! Ti serve un computer? Vuoi donare un computer? Leggi qui!”

Pane, Paillettes e connessione. Sostieni le persone lgbitq in difficoltà economica nella crisi Covid

(english version below)

** Abbiamo lanciato un crowdfunding per sostenere lesbiche, gay, trans e queer in difficoltà economica a causa della crisi sanitaria ed economica del Covid-19, con un’attenzione particolare ai bisogni di rifugiat* e richiedenti asilo lgbitq+, alla condizione delle/dei sex workers che non lavorano a causa del covid e che sono esclus* da qualsiasi forma di sostegno statale, alla qualità della vita e del cibo, e ai bisogni immateriali, ma non meno essenziali, di comunicazione e connessione (perchè internet non è gratis anche se dovrebbe esserlo, specialmente adesso).

Questo crowdfunding è l’inizio di una cassa mutua, non un’inziativa di beneficenza. Non ci proponiamo genericamente di “aiutare i poveri”, ma di aiutarci reciprocamente e di avviare una riflessione pratica su redistribuzione, economia, bisogni, ecologia. Una riflessione più che mai necessaria di fronte all’emergenza Covid.  Leggi tutto “Pane, Paillettes e connessione. Sostieni le persone lgbitq in difficoltà economica nella crisi Covid”

School of languages and queer interculture

Italiano qui – Info about language courses Sept 2021 here 

The language school and socialization group for LGBTI people is born out of the meeting between some asylum-seeking queers and some local/ native-speakers queers from Laboratorio Smaschieramenti in the context of the initiatives leading towards the B-Side Pride 2019 in Bologna.

Since the following autumn we have been meeting twice a week at the Women’s Center (Centro di documentazione delle donne) in Bologna for some hours of socialization, dialogue, lesson and chit-chat. Sometimes we visited other city locations, too, as for example the Sala Borsa library.

For us, learning Italian is by no means neither a duty leading to integration nor an obligation. It is rather a tool of comunication that comes from a desire of encounter and relationality, both for those who teach and for those who learn. Leggi tutto “School of languages and queer interculture”

Scuola di lingue e intercultura queer

English version here

**Attenzione da settembre 2029 la scuola è di nuovo LiVe! info qui**

La scuola di lingue e intercultura queer per persone lgbitq è nata dall’incontro tra alcune froce richiedenti asilo ed alcune froce madrelingua-native italiane del Laboratorio Smaschieramenti durante le inziative di avvicinamento al B-Side Pride del 2019.

Dall’autunno successivo ci siamo riunite due volte a settimana al Centro di Documentazione delle Donne di Bologna per qualche ora di incontro, confronto, lezione e chiacchiere. A volte abbiamo fatto anche delle visite ad altri luoghi della città, come la biblioteca Sala Borsa.

Secondo noi imparare la lingua italiana non è un dovere di integrazione nè un obbligo, ma un veicolo per comunicare, che nasce da un desiderio di incontro e relazione, sia da parte di chi impara che di chi insegna. Leggi tutto “Scuola di lingue e intercultura queer”

Non saremo “congiunti”, ma unite nella lotta! Comunicato sulla “fase 2” dell’emergenza COVID-19

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[Vai in fondo per aggiornamenti]

B-side pride su ultimo Dpcm: che sia tolta la discriminazione, ma lottiamo per redistribuzione e pratichiamo solidarietà e mutualismo queer nella pandemia.

????L’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (del 26 aprile 2020) è segnato da una riproposizione della centralità della famiglia come unica formazione sociale rilevante. Infatti, riconosce come primari solo i legami con congiunti consanguinei che ora concede di visitare pur nel rispetto delle necessarie misure di distanziamento fisico. Inoltre, dà per scontato il lavoro riproduttivo e di cura gratuito delle donne, nel momento in cui si decide un ritorno massiccio al lavoro a scuole chiuse. Il decreto riflette lo storico mancato riconoscimento di legami affettivi non familiari e del fatto banalmente statistico che gli affetti prevalenti per molte persone non coincidono con i legami familiari.
In un momento drammatico come questo, in cui appoggiamo la necessità di limitare i contatti fisici per contenere il contagio, ci uniamo alla richiesta di tante voci del movimento lgbtiq+ di rimuovere questa discriminazione nel decreto, e proponiamo di introdurre la possibilità di autocertificare un numero ristretto di persone care o affetti primari, senza che si presuma che esse debbano essere parenti o consanguinei.

????Il mancato riconoscimento di altre forme di intimità, reti affettive e di cooperazione sociale non familistiche è anche il frutto di una cecità dello stesso movimento lgbt, che si è attestato sulla richiesta di unioni civili per le coppie dello stesso sesso e, in prospettiva, del matrimonio egualitario, che riproduce mimeticamente le forme della famiglia eterosessuale, eludendo un’analisi della famiglia tradizionale come strumento di divisione sessuale del lavoro, di estrazione del lavoro di cura e riproduttivo delle donne, oltre che luogo per eccellenza del dominio maschile eteropatriarcale. Si è persa così la connessione tra la richiesta di riconoscimento delle soggettività lgbtiq+ nelle loro differenze e la redistribuzione sociale della ricchezza. Mai come in questa pandemia risulta evidente che le soggettività lgbtiq* e la dissidenza sessuale non vivono solamente una situazione di solitudine o bisogno di relazioni affettive: l’accentuarsi della precarietà materiale ed economica, comune a larghi strati della società, rende ancora più visibile quanto la discriminazione e la mancanza di riconoscimento reiterate da questo decreto, riproducano ingiustizia sociale.

????Per tutto questo vogliamo mettere al centro il bisogno di non separare diritti civili da diritti sociali e le lotte queer per il riconoscimento da quelle per la redistribuzione delle risorse sociali e della ricchezza. La nostra risposta alla pandemia è praticare solidarietà queer, condividere risorse e mutualismo, restare connesse, autorganizzare forme di resistenza materiale che ci aiutino a sostenerci nella responsabilità di cura collettiva che assumiamo autoresponsabilizzandoci. La pandemia in corso ha messo a nudo la vulnerabilità di tutti i corpi e la loro interdipendenza con specie, popolazioni, territori. Ha mostrato in modo più nitido limiti e contraddizioni del modello economico e sociale che ora chiamiamo “normalità” e che non era certo un luogo sicuro e accogliente per gli anormali, ma era basato su gerarchie, violenza eteropatriarcale, inclusione differenziale. Non tutti i corpi contavano e contano allo stesso modo e non sono tutti ugualmente vulnerabili: se la gestione della pandemia ha acuito la precarietà per tutti, come queer (froce, lelle trans*, lgbtiq+, sex worker, razzializzate…) spesso ci trovavamo già tra i soggetti più marginali e ora siamo nuovamente invisibilizzat* ed esclus* anche dalle retoriche familiste di unità patriottica nella “guerra” contro il nemico invisibile, come pare evidente da questo decreto. Come queer ci mancano cose materiali e immateriali ugualmente essenziali: cibo, reddito, accesso alla salute, la socialità frocia, lo spazio pubblico, le piazze, il cruising, l’incontro dei corpi fuori dallo spazio domestico, la comunità politica nella quale potersi riconoscere che no, non è la nazione bianca eterosessuale. Per questo sentiamo l’esigenza di connetterci, di agire mutualismo e solidarietà queer, di scambiare risorse, cibo, denaro, parrucche e paiettes e di ricostruire uno spazio virtuale dove incontrarci e condividere bisogni e desideri.

????Chiuse nelle case, noi che spesso dalle case natali siamo scappate o scacciate, o costrette a lavori sociali e di cura che ci espongono al rischio contagio, continuiamo a ricostruire reti affettive e parentele che eccedono i legami di sangue e a pensare collettivamente al dopo che è già qui, alla coesistenza con il virus e alla crisi che sta portando, perché non sia il ritorno alla normalità e non sia nemmeno peggio. Prepariamo e agiamo da subito la lotta della vita contro il profitto, della cura contro la selezione, del desiderio contro la paura e ci connettiamo alle richieste di reddito di autodeterminazione, accesso alla salute pubblica per tutt* (a partire da chi non ha casa, sta in carcere o in strutture collettive come Cas e Rsa), diritto a lavorare in sicurezza, autorganizzazione della cura e riconoscimento del lavoro di riproduzione sociale come centrale. Perché non si tratta di sperare in un ritorno alla normalità, che per noi era il problema, si tratta di ripensare le basi della ri/produzione sociale ed ecologica.

????State connesse con B Side, a breve usciremo con il blog e con iniziative di crowdfunding per estendere la rete di mutualismo.

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Aggiornamento: Il 3 maggio 2020 sono state pubblicate sul sito del governo le FAQ che chiariscono che i “congiunti” cui si può fare visita sono “i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)“.

Per noi, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo non sono necessariamente le coppie di fidanzati/e, ma putroppo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio alla stampa indicano proprio questa interpretazione. E’ facile immaginare che interpretazione ne daranno le forze dell’ordine. Non sappiamo che interpretazione ne darebbe un giudice in caso di constestazione della multa, ma sappiamo che questo non è uno strumento accessibile per tutti, nè agevole.

Qualsiasi cosa decidiate di fare per stare in contatto con le persone a voi care, vi invitiamo a valutare tutti gli strumenti possibili per minimizzare i rischi di contagio per voi stess*, per loro e per tuttu senza rinunciare a vivere e coltivare i vostri affetti (mascherine, distanza, igiene, magari andarci in bici e non in autobus ecc.), non in nome dell’obbedienza a un decreto ma prima di tutto in nome della salute come bene comune.

Nessuna da sola – Crowdfounding per le/i sexworker

#sexworkiswork raccolta fondi per chi resta fuori dalla solidarietà mainstream: sex worker unite!

Per donazioni qui: Distribuzioni dal Bass

Pagina Facebook: Covid19-Nessuna da sola-Sostieni le sexworker

COVID 19 – SOLIDARIETÀ IMMEDIATA PER LE SEX WORKER PIÙ COLPITE DALL’EMERGENZA