Report tavolo Consenso e Covid (assemblea nazioAnale 2020)

Il 7 e 8 novembre 2020 la rete nazioanale tfq, nata nel contesto di Marciona2020 durante la prima fase pandemica, ha deciso di convocarsi come rete dopo l’esperienza del Coordinamento Pride tfq della scorsa estate, che ha costituito l’avvio di un percorso politico collettivo transterritoriale nazioanale attraversato da singol*, realtà organizzate, collettivi e altre reti territoriali.

Le questioni toccate in diversi tavoli tematici durante la giornata del sabato sono state molte, dalla scuola alla salute alle iniziative di mutualismo sperimentate dall’inizio della pandemia e che vogliamo circolino e vengano messe in rete.

Le assemblee dei tavoli sono sempre convocate nella lista generale per assicurare che tutt* sappiano della riunione e possano partecipare, oltre che per evitare che si creino tanti gruppi non coordinati che lavorano sulle stesse cose. Per le stesse ragioni, la proposta di creare un nuovo tavolo, ulteriore rispetto a quelli creati nell’ultima assemblea generale, va fatta in lista. Mescoliamoci! Conosciamoci meglio! Evitiamo che a lavorare su una certa iniziativa siano sempre le stesse persone che già si conoscono e se ne occupano da tempo: facciamo circolare i saperi nella rete!

Sottotavolo Consenso e Covid

Il sottotavolo consenso e covid é partito dalla necessità di iniziare una riflessione transfemminista ed antiabilista sul consenso e l’autonomia dei corpi a partire dalla tutela collettiva ed individuale rispetto al rischio del contagio. Le riflessioni già scaturite riguardano la necessità di estendere le pratiche ed i saperi che già riguardano il mondo del safer sex e del consenso alla dimensione più ampia che il covid ha messo in evidenza, così come di partire dalla situazione pandemica attuale per ripensare, ad esempio, le nostre modalità assembleari e la loro accessibilità, in un’ottica antiabilista

REPORT

Consenso e COVID, dispositivi di sicurezza, vulnerabilità, abilismo

Si è partite dalla necessità di iniziare una riflessione transfemminista ed antiabilista sul consenso e l’autonomia dei corpi a partire dalla tutela collettiva ed individuale rispetto al rischio del contagio. 

Le domande da cui siamo partitu erano:

  1. Che momenti di impasse, difficoltà ed imbarazzo associamo alle richieste di usare i dispositivi di sicurezza, di (magari) evitare inviti a casa di amiche&compagnu, di non condividere una birra ed una canna…? Perchè le richieste di autotutela e di limiti corporali sono ancora così difficili da affermare? [Esempio: Un gruppo si incontra. Tuttu abbassano la mascherina per salutarsi e parlare, per far girare una birra, tu no. Ti senti “debole” o “paranoica”? La abbassi anche tu? Chiedi alle altre di rialzarla? Perchè o perchè no?]
  2. Che modalità di esplicitazione del consenso potrebbero ovviare alle situazioni in cui chi è vulnerabile deve fare una sorta di “coming out” e richiedere misure di sicurezza?
  3. Come possiamo riappropriarci dei dispositivi di sicurezza e della cura collettiva, staccandola dal paradigma della repressione?
  4. Come tradurre in contesto covid pratichè già in atto nei contesti di safer sex? (Negoziazioni, esplicitazioni delle proprie pratiche ed esposizione al rischio) Promiscuità, sessualità, scopamicizia, come fare safer sex ai tempi covid? [Colpevolezza ed innocenza connesse al contagio (e stigma sociale, annunciare contatti etc)]
  5. Come tuteliamo la vulnerabilità (mentale: ansia, paure, timori & fisica: malattie autoimmuni, disabilità visibili ed invisibili, etc) senza mettere sempre come implicito che una persona sia forte ed in salute, fino a prova contraria? Fragilità e legittimità della fragilità (es: avere paura di un contagio per cause di asma è più legittimo che per cause di “ansia”?)
  6. Come decostruire i paradigmi abilisti e capitalisti che ci vogliono produttive, sempre in salute, e che ci fanno sentire meno valorose, meno sociabili, meno di compagnia, meno “leggere” quando esplicitiamo le nostre vulnerabilità?

Report assemblea:

Prima parte della discussione: cose che già sappiamo del consenso e dell’intimità ci aiutano a navigare il consenso in epoca covid

  • Mancanza di una conversazione collettiva, mancanza di organizzazione per creare safe spaces ed avere atteggiamenti di protezione verso se stesse-altre persone. Anzi, molta ostilità verso chi pone limiti e ci si vede costrettu a usare scuse del tipo “no, non ho ancora visto mia madre”, o altre strategie paradossali per far rispettare i propri limiti. Anche difficile codificare la cura verso l’altro a volte con un rispetto della lontananza, soprattutto in ambienti come i nostri in cui siamo abituatu a costruire reti ed offrire supporti (ma in un momento come questo cura può voler anche dire rispettare le distanze che tu mi imponi).
  • Confidenza, intimità e percezione del rischio che si abbassa: l’assunto è che se c’è confidenza si tende ad abbassare le difese (come nel caso del sesso e uso preservativo). Ma fa parte dello stare vicini: accollarsi una parte in più di rischio. Perchè le relazioni mettono in discussione l’equilibrio che tu hai stando da sola, sono minacciose in qualche modo.
  • Categorizzazione rapida delle persone come più o meno contagiose durante il momento dell’incontro o del saluto: Durante il saluto manca il tempo della negoziazione e del consenso quando ci si saluta, situazione che crea imbarazzo. A volte un rifiuto della vicinanza durante il saluto può essere sentito come un rigetto, accade una sorta di scansione e categorizzazione della persone come più o meno a rischio, più o meno infetta, anche secondo criteri assurdi tipo provenienza regionale. Ma volte nel momento del saluto la volontà di proteggere viene percepita come volontà di volersi proteggere. Ci si sente rifiutati ma non viene introiettato il fatto che non è che io mi voglio proteggere ma io voglio proteggere te…
  • …Questo è legato a un fattore di vulnerabilità che è un prodotto politico e che passa dai nostri corpi. La gerarchia delle vulnerabilità è basata su privilegio che spesso non è consapevole e quindi questa vulnerabilità non entra nella discussione esplicita della consensualità. Tutto questo va a rinforzare discriminazione sociale, anche su linee di…
  • …Discrimine di classe ed etnia e privilegio, ovvero a volte questa categorizzazione di chi può essere più “contagioso” o meno ha anche a che fare col privilegio, ovvero: chi lavora in sicurezza in ufficio o in smart working è naturalmente sia meno espostu al rischio che percepitu come meno contagiosu. Esposizione al virus è mediata dalla classe, cosa che può generare conflitti ed incomprensioni politiche. Percezioni molto diverse tra chi era costretta ad andare fuori e chi doveva stare a casa.
  • Parallelismo MTS e covid a livello sia di contagio che negoziazione del consenso, come ad esempio avviene già in relazioni non monogame (esempio poly: in relazioni “a catena” vedere amici a rischio implica tutt i partecipanti al polycule, ma forse l’ultima persona meno connessa non si sente veramente a proprio agio a dare il consenso liberamente. Dilemma di decidere un livello di rischio che va ad avere un impatto su tutte le persone coinvolte.)
  • Parallelismo HIV e covid anche come tipo di attivismo, ovvero: possibili lotte per accesso alla salute… non solo io tutelo me stessu e mi isolo, ma lotte collettive perchè tuttu possano lavorare in sicurezza ed avere condizioni safer. Ci sono dimensioni collettive da sollevare per rivendicare accesso alla salute per tutte. E anche riuscire a ragionare in termini di quali pratiche condividiamo.

La responsabilità del contagio non è solo del singolo o della collettività ma di chi ha mal gestito le risorse economiche pubbliche devalorizzando il sistema sanitario. Fare attivismo ora significa combattere per accesso alla salute pubblica e gratuita, tenendo conto delle specifiche fasce di vulnerabilità.

  • Approccio “safer” di riduzione del rischio, ripreso dal safer sex ma non solo. Ridurre il rischio vuol dire per forze agire una serie di inclusioni ed esclusioni che non tengono solo conto della salute come contagio covid ma anche di salute mentale, affettività etc. La salute non è solo rispetto al covid ma ha varie sfere. Pubblicamente si è parlato troppo poco di come poter (o no) avere dei rapporti sessoaffettivi diversi da quello che possono avere due persone che abitano nella stessa casa. Viviamo dei bisogni e delle situazioni di contraddizione: da un parte potenziale liberatorio (anche politico) del sesso, dall’altra il fatto che non tutti questi bisogni non possono essere soddisfatti (anche per il bene di altre persone con cui siamo in intimità).
  • Promiscuità ed “altre intimità”: condividiamo pratiche sociali e sessuali che spesso travalicano norme di sicurezza comuni. es: interi gruppi di amicizie con cui pomiciamo senza pensarci troppo… cosa abbastanza fondante come cosa che definisce il mio tipo di socialità con le persone con cui passo il tempo e faccio politica. Relazioni miste tra sesso ed affetto, non abbiamo parole per descrivere le relazioni che intratteniamo. Non siamo congiunti, noi viviamo un altro tipo di relazione, che è quello che ci fa stare bene dal punto di vista della salute mentale. Idea del mutualismo e di supportarci come rete di realzioni. A un certo punto nonostante il rischio di un contagio c’è una necessità dal punto di vista della salute mentale di aprirsi, non si può non avere relazioni.
  • Stigma associato a prendere il virus nel modo “sbagliato”. Dato che non è ancora chiaro in quali situazioni sia veramente il rischio di contagio più alto che in altre non abbiamo la vera misura del rischio che corriamo. Se io prendo il virus scopando con uno o due persone mi sento più in colpa perchè lo faccio facendo un’attività “sbagliatissima” su molti livelli sociali, perchè è un’attività stigmatizzata la cui necessità non viene mai associata alla salute mentale.

Seconda parte della discussione: nuove sfide che riguardano il consenso in epoca covid possono aiutarci a ripensare il consenso in generale, es: necessità di decostruire assunti abilisti nelle nostre assemblee.

  • Di chi è la responsabilità di fare “coming out” come persona vulnerabile rispetto al rischio contagio (per motivi di salute fisica o mentale), ad esempio quando una persona nuova entra in un’assemblea? Che pratiche? Parallelismo con abilismo e persone non neurotipiche con altre esigenze.

Modalità 1: incoraggiare assertività. Arriva una persona nuova, si fa accoglienza, oltre alle presentazioni. La società tende ad essere abilista e colpevolizzante verso chiunque ha una condizione patologizzata, quindi ci sta fare un passaggio in cui si invita ad essere assertivi (per quanto chiaramente non ci si potrà mai sostituire alla volontà del singolo di esporsi). Bisogna decostruire abilismo per cui si svaluta chi non è prestante in qualche modo (salutte, droga o alcol, sessualità). Anche in questo contesto Covid bisognerebbe resettare tutto e incoraggiare assertività e far passare il concetto che avere un disagio o una sensibilità di un certo tipo non è una sfiga nè una cosa per cui ti devi sentire inferiore agli altri. A volte ci si dimentica di creare lo spazio concreto per questa accoglienza.

Modalità 2: Cambiare le modalità assembleari, renderne esplicita la malleabilità. Per tutelare tuttx sarebbe da partire da zero e rinegoziare sempre i paramentri per capire come muoversi e come comportarsi. Effettivamente possiamo chiedere i pronomi o una safe word, ma forse dobbiamo ragionare al contrario, trovando un modo dell’assemblea di chiarire se stessa, e di chiarirei che alcuni atteggiamenti che l’assemblea ha sono modificabili e malleabili, creare protocollo assembleare morbido ed agnostico rispetto alle persone che entrano: comunicare che all’interno dell’asse c’è questo tentativo in corso di automonitorarsi constatandone comunque i limiti.

Mediazione di pratiche che vengono dal mondo bdsm: limiti e safeword come metodi espliciti di comunicare consenso. Ma hanno i loro limiti, per cui quando io vedo che la mia partner mi esprime anche non verbalmente qualunque cosa che mi fa pensare possa esserci un problema io faccio un check in, non aspetto la safeword per interrompere. In modo simile, in un’assemblea le persone possono tenersi d’occhio, ci deve essere attenzione in comportamenti e reazioni delle altre persone, un ambiente che faciliti sia comunicazione diretta che l’essere comunque in grado cmq di cogliere dei segnali. Avere sempre in mente che i nostri limiti e quello che consideriamo rischio accettabile può cambiare, anche nell’arco di poco tempo. Il problema è che l’espressione di disagio e del limite non sono uguali per tuttu, soprattutto nel caso di persone neurodivergenti. Se non c’è educazione sul modo in cui, per questi gruppi di persone, il disagio viene espresso, è molto facile ignorarlo.

Punti extra dalla plenaria:

Necessità di linee guida per acccessibilità assemblee e di indagare le criticità specifiche delle modalità offline-online-miste sulla linea dell’abilismo. Online può essere escludente (per accesso a mezzi tecnologici, ansia, ambiete domestico non safe da dove non si può parlare liberamente) ma anche più accessibile (possibilità di invitare interprete LIS anche se non presente nelle propria zona o città, ad esempio, o accessibile per chi in provincia).

https://prepster.info/covid-and-sex/

esiste prep in italia che segue l’esempio di prepster. sta facendo un sostengo online per chi vorrebbe prendere la prep in questo periodo.

© Shonagh Rae

SPIAZZAT* come stiamo nello spazio? 27 marzo Parco della Zucca

????BSide Pride invita a partecipare a un evento all’aperto per ri-discutere di ????????????????????????????????, ???????? ???????????????????? ???????? ???????????????????????? ???????????????????????????????????????? ???????????????????? ???????????????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???????????????????? ???????????????????? ????????????????????????????????.
Sentiamo la necessità di ripartire da qui, per ???????????????????????????????????????????? ????????????????????????????????̀ ???????????????????? ???????? ???????????????????? ???????????????????????????? ???? ???????????? ????’????????????????????????????????????????????????????????????????????.
✊Ci sarebbero molte questioni prioritarie in questo momento: ????????????????????????????????????????, ????????????????????????, ???????????????????? ???????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???? ???????????? ???????????????????????? ???? ????????????????????????????????????̀ ???????? ????????????????????.
????Proponiamo di riprendere le fila, un passo per volta, a partire ???????????????????? ???????????????????????????????? ???????????? ???????????????????????????????? ???????????????????? ????????????????????????????????????̀ ????????????’???????????????????? ????????????????????, ???????????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???????????????????? ???????????????????? ???????????? ????????????????????????????????????????, ???????????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???????????????????????????????????????????? ???????????? ???????????????????????????? ???????????????????????????????????? ???????????????? ???????????????????????????? ???????????????????????????????????????????????????? ???? ????????????????????????.
Parliamo insieme a partire dai limiti oggettivi e soggettivi, dalle paure e dai bisogni e desideri di lotta comune, di sapere collettivo e di salute.
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come stiamo nello spazio? Evento in presenza!

Scuola e prospettiva transfemminista

Il 7 e 8 novembre la rete nazioanale tfq, nata nel contesto di Marciona2020 durante la prima fase pandemica, ha deciso di convocarsi come rete dopo l’esperienza del Coordinamento Pride tfq della scorsa estate, che ha costituito l’avvio di un percorso politico collettivo transterritoriale nazioanale attraversato da singol*, realtà organizzate, collettivi e altre reti territoriali.
Durante l’assemblea si sono tenuti diversi tavoli di discussione e tra questi un focus sulla questione Scuola, ora più che mai al centro del dibattito pubblico. Abbiamo scelto di condividere le riflessioni emerse considerata l’urgenza dell’argomento e della presa di parola transfemminista queer.

TAVOLO SCUOLA

Il tavolo scuola ha decostruito le retoriche sull’istruzione come campo “neutro” o come “servizio” identificando la sua funzione di riproduzione sociale istituzionalizzata. Abbiamo riflettuto su cosa significhi questo proprio ora nel contesto pandemico e in regime di didattica a distanza, sia dal punto di vista della “cura” che dal punto di vista delle tecnologie. Questo ci ha permesso di smascherare le iniziative “dall’alto” su genere e parità e allo stesso tempo affinare le nostre strategie per contrastare binarismo di genere, razzismo classismo nell’educazione. Sono emerse proposte operative che ci porteranno a continuare questa discussione in modo più allargato.

a) Scuola e lavoro riproduttivo: l’educazione è (anche) lavoro riproduttivo? Welfare? Lavoro di cura? Lavoro e basta? Quale è il rapporto/conflitto tra le lotte per il diritto all’istruzione e le lotte delle soggettività femminilizzate messe al lavoro dal sistema educativo?

Leggi tutto “Scuola e prospettiva transfemminista”

Sugli attacchi delle essenzialiste

Ripubblichiamo il testo di Porpora Marcasciano e Giorgio Cuccio:

Sugli attacchi delle essenzialiste

Costruiamo risposte
Le libertà camminano insieme – la mia libertà cammina insieme con la tua-. Non riusciamo a pensare un’idea di libertà che ne esclude altre. Il pensiero che sottende l’attacco senza precedenti alle identità trans stà distruggendo una geografia politica su cui si sono basati e da cui sono partiti i percorsi di liberazione delle soggettività trans lesbiche gay intrecciate a quelli del femminismo.

Tralasciando le altre diverse questioni su cui le femministe essenzialiste hanno concentrato i loro attacchi, le posizioni escludenti su cui si sono arroccate non solo ledono profondamente l’idea stessa di liberazione ma cancellano e negano radicalmente i significativi vissuti di tutte le persone trans. Disconoscerne l’esperienza, significa azzerare un percorso di lotte, di conquiste e faticosa affermazione, oltre che distruggere passaggi fondamentali della storia contemporanea. Per comprendere meglio l’oggetto del loro contendere, riportiamo un estratto del Declaration on Women’s sex-based Rights documento in cui si riconoscono e da cui attingono.

I diritti delle donne che sono sati ottenuti in base al sesso ora sono indeboliti dall’inclusione di concetti come “identità di genere” e orientamenti sessuali- identità di genere.(…) Il concetto di identità di genere ha messo gli uomini che rivendicano un “identità di genere femminile” in grado di affermare, nella legge, nelle politiche e nella pratica, di essere membri della categorie delle donne che è basata sul sesso.
Prima di rispondere è necessario ribadire che da cinquanta anni a questa parte, dopo una negazione storica, il mondo trans ha creato le proprie condizioni materiali di vita e lo ha fatto nel totale isolamento. Esso ha prodotto un dibattito articolato che restituisce la dignità e la complessità dell’esperienza. Passaggi questi affatto scontati che in passato hanno visto le vite delle persone trans annullate da carcere, confini, violenza ed esclusione, un prezzo altissimo che nessuno e nessuna potrà ripagare e che non siamo assolutamente disposte/i e veder cancellato, tantomeno rinegoziato.
Nell’epoca del populismo diffuso e dei facili essenzialismi che propongono ricette semplici a situazioni complesse, il rischio di azzerare percorsi di affermazione è quantomai alto e che esso provenga dall’interno del nostro mondo è quantomai tragico.

In anni di attivismo abbiamo assistito a una crescita delle soggettività trans che non hanno mai smesso di interrogarsi sul proprio percorso e di riflesso sul mondo in cui viviamo, imprescindibile relazione che intreccia la nostra esperienza a quella di tante altre soggettività. La discussione ci ha permesso di riflettere sui nostri vissuti, anche da punti di vista diversi ed eterogenei, complessità questa che si riflette nei molteplici posizionamenti che compongono oggi la realtà trans. Crediamo infatti che il confronto, che non significa uniformità o appiattimento di vedute, dovrebbe caratterizzare la ricchezza della comunità trans, gay e lesbica. Un dibattito che oggi è venuto totalmente a mancare, creando una frattura che in queste condizioni appare difficile ricomporre.

È importante invece sottolineare che i tanti confronti hanno creato relazioni e complicità con molte femministe a cui riconosciamo una genealogia di pensiero e un’alleanza nelle pratiche.  Il loro pensiero, la loro pratica discorsiva ripropongono pari pari l’antica tragica esclusione messa in atto dal patriarcato nei nostri confronti. Risulta difficile se non impossibile per noi ricercare la differenza di senso tra femminismo essenzialista e cultura patriarcale perché hanno in comune il medesimo significato. Le soggettività trans, che hanno dovuto conquistarsi spazi di vivibilità e creare autonomamente condizioni materiali di vita, hanno e avranno sempre il coraggio e la forza di rispondere con orgoglio a tutte le aggressioni, siamo esse politiche, fisiche o teoriche.

Giorgio Cuccio e Porpora Marcasciano

Bside pride verso una piazza pride transfemministaqueer il 27/06

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“Bisogni, desideri, lotta!” B-side Pride invita a un’assemblea pubblica virtuale per organizzare una piazza Pride transfemminista queer il 27 giugno!

Poco più di un anno fa, il B-side Pride ha iniziato un percorso di rete autorganizzata per ripoliticizzare il Pride e mettere al centro le soggettività più marginalizzate: trans non binarie, migranti e razzializzate, sieropositive, sex worker, frocie non omologate, lesbiche non transfobiche. Perché con il pride rievochiamo i moti di Stonewall del 1969, che proprio da quelle persone più marginalizzate e oppresse erano animati ed è sempre necessario richiederci cosa significa oggi per noi questa giornata. Questo processo si è dato in molte città e ha fatto emergere nuovi bisogni e rivendicazioni, che in un anno di percorso nazioAnale hanno dato vita al Coordinamento per un pride transfemminista queer 2020. Il Pride era diventato in molti casi uno stanco rituale autorappresentativo svuotato di contenuti, una passerella istituzionale a uso e consumo di un associazionismo consociativo, una politica di marketing turistico per le città o una parata commerciale di marchi e corporation. Ma anche nella normalizzazione è sempre restato un momento irriducibile di lotta gaia, di comunanza e visibilità di corpi altri, parlanti lingue differenti dal sessismo eteropatriarcale e della pubblicità gay-friendly. Per questo ci chiediamo ogni anno quali rivendicazioni vogliamo mettere nel Pride a partire dai nostri bisogni, desideri e dalla materialità delle nostre vite. Da queste domande partiamo per convocare un’assemblea cittadina (https://meet.jit.si/BisogniDesideriLottaAssembleaB-SidePride) giovedì 18 giugno alle 20 alla quale invitiamo tuttu le persone lgbtiqueer, femministe, transfemministe e alleate, gruppi, collettivi singole e associazioni.

La pandemia ha travolto tutto, le nostre vite non sono più le stesse e ci siamo autorganizzate in forme di solidarietà e mutualismo queer per resistere al lockdown che per molte ha significato perdere il lavoro, restare isolate o ritornare in famiglia (da quelle famiglie da cui siamo scappate) o essere costrette a lavorare senza protezioni o al sovraccarico di lavoro di cura e smart work in casa. Per questo, come prima rivendicazione mettiamo il diritto alla salute per tutt*, l’accesso gratuito ai farmaci, agli ormoni e alle cure. E memori di un’altra epidemia alla quale molte di noi non sono sopravvissute, memori delle lotte su hiv/aids che hanno visto la nascita del movimento queer su basi mutualistiche e di lotta sulla salute, chiediamo anche di non essere pazienti infantilizzati e creiamo autoresponsabilizzazione e consapevolezza collettive nella prevenzione e nella cura. Per questo, pensiamo di organizzare una piazza per sabato 27 giugno che sia safer, attraversabile da tutt*, munite di mascherina frocia e guanti da fist fucking o da casalingua, per dire che il distanziamento fisico non è distanziamento sociale; che le nostre reti di sorellanza sono più intense e necessarie che mai, che non siamo soltanto congiunte in coppie stabili, ma siamo unite nella lotta; che produciamo parentele spurie e s/famiglie e altre forme di intimità che vanno oltre il matrimonio e la riproduzione della società eternormativa e binaria; che autorganizziamo altre forme di socialità, affetti, produzione e circolazione di beni e risorse.

Pensiamo collettivamente per il 27 giugno a una piazza orgogliosa, favolosa, antirazzista, intersezionale, degenere, puttana, frocia, lella e trans non binaria, sierocoinvolta, che dica fortemente che non chiediamo solo riconoscimento delle coppie gay o della discriminazione che subiamo, ma redistribuzione di risorse, reddito di autodeterminazione come risarcimento per tutta la violenza eteropatriarcale che subiamo fin da prima di nascere, accesso e autogestione della salute e dei saperi, educazione alle differenze, superamento della 164, decriminalizzazione del lavoro sessuale, permesso di soggiorno europeo. Chiediamo tutto questo per costruire collettivamente le condizioni per il superamento di una società eteropatriarcale e neoliberale che vuole continuare a sfruttare corpi, popolazioni, specie e territori per il profitto.

Perché le vite queer, le vite nere, le vite frocie, le vite trans valgono e non torneremo alla normalità, perché per noi la normalità era già il problema.

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English:

“Needs, desires, struggle!” B-side Pride invites to a virtual public assembly to organize a queer transfeminist Pride event on June 27!

Over a year ago, B-side Pride started a self-organized network in order to re-politicize Pride and to focus on the most marginalized subjectivities: non-binary trans people, migrants and racialized LGBTQIA+ people, HIV-positive queers, sex workers, non-conforming queers, non transphobic lesbians. Through Pride we recall the 1969’s Stonewall movement, animated by marginalized and oppressed black/latinx/poc queers, and we believe that it is always necessary to ask ourselves what does that beginning means for us today. This kind of reflection and actions has occurred in many cities and has brought out new needs and demands, which, in one year of natioAnal initiative, have led to the creation of a “Network for a 2020 queer transfeminist Pride”. Pride has become, in many cases, a tired self-representative ritual emptied of content, an institutional runway for the use and consumption of consociational associations, a city tourism marketing policy or a commercial parade of brands and corporations. But even if Pride has been “normalized” there has always been an irreducible moment of queer struggle, commonality and visibility of different bodies, speaking different languages but similar when refusing together heteropatriarchal sexism and gay-friendly advertising. For this reason, we ask ourselves every year which demands we need to fight for during Prides, starting from our needs, desires and materiality of lives. These demands will be the opening theme of a public assembly (https://meet.jit.si/BisogniDesideriLottaAssembleaB-SidePride), Thursday June 18th at 8PM. We invite all lgbtiqueer, feminist, transfeminist and allied people, groups, individuals, collectives and associations. Pandemic overwhelmed everything, our lives are no longer the same and we have organized in forms of solidarity and queer mutualism to resist the lockdown, which meant for many of us: losing our job, remaining isolated or returning to our families (same families we ran away from) or being forced to work without protection or being overloaded with carework and smartwork at home. For all of this we demand health for all, free access to medicines, hormones and treatments. Remembering another epidemic and all of us who didn’t survive, remembering the struggles against HIV/aids that brought to the birth of queer movements focused on mutual help and universal health, we also demand not to be infantilized patients and for the creation of self-responsibility and collective awareness in prevention and treatment of HIV. For this reason, we plan to organize an event on Saturday June 27th which is going to be safer, where everyone can participate, equipped with queer masks and fist-fucking or housewife gloves, to say that physical distancing is not social distancing; to say that our sisterhood networks are more intense and necessary than ever, that we are not only united in stable couples, but we are united in the struggle; that we produce spurious relationships and s/families and other forms of intimacy beyond marriage and beyond the reproduction of eternal and binaristic society; that we organize other forms of sociality, affects, production and circulation of goods and resources. We collectively prepare for June 27th an event that will be proud, fabulous, anti-racist, intersectional, degenerate, sexwork positive, queer, lesbian and non-binary trans, sero-aware. We strongly say that we are not only asking for recognition of gay couples or discrimination, but for redistribution of resources, basic income for self-determination as compensation for all the heteropatriarchal violence that we suffer, access to self-managed health and knowledge, education on gender and sexual orientation, the overcoming law 164 on transition, the decriminalization of sexwork, a European residence permit. We ask for all this to collectively build the conditions for overcoming a heteropatriarchal and neoliberal society that continues exploiting bodies, populations, species and territories for profit.

Because queer lives, black lives, trans lives are worth and we will not accept to return to normality, because for us normality was already the problem.

English translation will be availabe.

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“إحتياجات ، رغبات ، نضال!”
يدعو B-side Pride إلى اجتماع عام افتراضي لتنظيم ساحة فخر ترانسوية كويير في 27 يونيو!

قبل أكثر من عام بقليل ، بدأ B-side Pride مساره عبر شبكة ذاتية التنظيم لإعادة تسييس مسيرات الفخر والتركيز على الموضوعات الأكثر تهميشًا: العابري غير البينيين ، والمهاجرون والمتعرضون لعنصرية ، والإيجابيون لفيروس نقص المناعة البشرية ، والعاملى في مجال الجنس ، و المثليين المستقليين و المثليات اللاتي ليس لديهن رهاب العبور الجنسي.لأنه بفخر نستحضر حركات ستوونول لعام 1969 ، و اللاتي بالتحديد بدأت من أولئك الأكثر تهميشًا و
المضطهدين ومن الضروري دائمًا أن نسأل الأن عما يعنيه لنا هذا اليوم.وقد جرت هذه العملية في العديد من المدن وأثارت احتياجات ومطالب جديدة
في عام واحد من المسار الوطني قاموا بإنشاء التنسيق من أجل فخر ترانسوي كوييري
2020.
أصبح الفخر في كثير من الحالات طقوسًا متعبًا ، ذاتيًا تم إفراغها من المحتوى وهو ممر مؤسسي لاستخدام واستهلاك
الجمعيات التوافقية سياسة تسويق السياحة للمدن أو عرض تجاري للعلامات التجارية والشركات..ولكن حتى في التطبيع كانت دائما هناك لحظة
لا يمكن اختزالها من النضال المثلي من القواسم المشتركة ورؤية الهيئات الأخرى المتحدثة لغات مختلفة عن التحيز الجنسي غير الرسمي والإعلان الصديق للمثليين. على
هذا نسأل أنفسنا كل عام عن مطالبنا التي نريد أن نضعها في الفخر بدءًا من احتياجاتنا ورغباتنا وماديتنا الحياتية.
من هذه الأسئلة سنبدأ في عقد جلستنا (https://meet.jit.si/BisogniDesideriLottaAssembleaB-SidePride)

الخميس 18 يونيو ، الساعة 8 مساءً ، ندعو فيه جميع الجماعات والمجموعات والمجموعات الفردية والجمعيات المتحالفة والنسوية المتحالفة.
اجتاح الوباء كل شيء ، ولم تعد حياتنا كما هي ، ونحن منظمون ذاتيًا بأشكال من التضامن والتبادل اللامع. قاوم الإغلاق الذي يعني بالنسبة للكثيرين فقدان وظيفة أو البقاء في عزلة أو العودة إلى العائلة ( تلك العائلات التي هربنا منها) أو إجبارنا على العمل بدون حماية أو العبء الزائد من الرعاية والعمل الذكي في المنزل.
لهذا ، كما ادعاءنا الأول وضعنا
الحق في الصحة للجميع ، والحصول المجاني على الأدوية والهرمونات والعلاجات. وإدراكا لوباء آخر لم ينجو منه الكثير منا ، وإدراكا منا لنضال ضد فيروس نقص المناعة البشرية / الإيدز التي شهدت ولادة حركة كوييرية على أسس متبادلة وقائمة على الصحة ، نطلب أيضا ألا نكون مرضى طفوليين ونخلق المسؤولية الذاتية والوعي الجماعي في الوقاية والعلاج.
لهذا السبب نخطط لتنظيم ساحة يوم السبت 27 يونيو لتكون أكثر أمانًا ، والتي يمكن للجميع عبورها ، ومجهزة بقناع مثلي وقفازات قبضة أو ربة منزل ، لنقول أن المسافة الجسدية ليست إبعاد اجتماعي. إن تشباكنا الإخوي أكثر كثافة وضرورية من أي وقت مضى ، وأننا لسنا متحدين في الأزواج المستقرين فحسب ، بل متحدون في النضال ؛ أننا ننتج علاقات زائفة و / أو عائلات وأشكال أخرى من الحميمية التي تتجاوز الزواج وتكاثر
المةجتمع الأبدي والثنائي ؛ لذلك
ننظم أشكال أخرى من المجتمع مؤثرة ، منتجة و تداول المنافع والموارد.
نفكر بشكل جماعي في 27 يونيو في ساحة فخورة ورائعة ومناهضة للعنصرية ومتقاطعة و جندريةو عاملة جنسيا و مثلية و عابرة غير ثنائية ، ومتعايشة إيجابية ، والتي تقول بقوة أننا لا نطلب فقط الاعتراف بالأزواج المثليين أو التمييز الذي نعاني منه ، ولكن إعادة التوزيع الموارد ، ودخل تقرير المصير كتعويض عن جميع أشكال العنف ضد الأم والطفل التي نعاني منها قبل ولادتنا ، والوصول إلى الصحة والمعرفة وإدارتهما بأنفسنا ، والتعليم من أجل الاختلافات ، والتغلب على 164 ، وإلغاء تجريم العمل الجنسي ، وتصريح الإقامة الأوروبي.
نطلب من كل هذا أن نبني بشكل جماعي الظروف للتغلب على مجتمع مغاير ابوي نيوليبرالي يريد الاستمرار في استغلال الأجسام والسكان والأنواع والأقاليم من أجل الربح. لأن الحياة الكوييرية وحياة السود والحياة المثلية والحياة العابرة تستحق ولن نعود إلى الوضع الطبيعي ، لأن الوضع الطبيعي بالنسبة لنا كان بالفعل هو المشكلة.

ملاحظة: خلال الجلسة سيكون هناك ترجمة بالعربية.