Basta razzismo, basta sfruttamento! Per la libertà di transitare tra generi e confini!

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>>30M Piazza del Coordinamento Migranti (evento)

B-Side Pride si batte per la libertà di movimento e perché sia garantite a tutt*, indipendentemente dal colore della pelle e dalla nazionalità, e dallo status, riconosciuto o meno, di “vittima”. Lottiamo non solo per le libertà civili e politiche ma anche per le condizioni materiali necessarie ad esercitarlereddito,  libertà dalla violenza privata o istituzionale e accesso allo spazio pubblico e alle relazioni sociali. Per questo ci battiamo per un permesso di soggiorno europeo sganciato dal lavoro, per lo ius culturae, per la diffusione di una cultura davvero antirazzista e aperta.

La nostra posizione sul sistema attuale non può che essere di rifiuto, ma finché questo sistema sarà in piedi chiediamo almeno:
 

– l’immediato reperimento di strutture abitative adeguate in cui richiedenti asilo e rifugiati possano tutelarsi dal rischio di contagio da Covid come qualsiasi famiglia media italiana
 
– l’abolizione dei Decreti Sicurezza di Salvini e Minniti
 
– l’abolizione del Decreto sui cd. “Paesi Sicuri“
 
– l’abolizione degli accordi con la Libia
 
– che ai residenti delle strutture d’accoglienza, sia lgbtqi+ che non, siano garantiti, oltre ad alloggio, cibo e cure mediche, anche autonomia e autodeterminazione: questo significa una corretta e completa informazione circa i propri diritti, assistenza legale di qualità, servizi di mediazione linguistica professionali, un’organizzazione dei tempi e degli spazi rispettosa della loro libertà e autonomia e dei bisogni della loro vita relazionale e affettiva.
 
– l’apertura di un congruo numero di strutture esclusivamente per rifugiati gay, lesbiche, trans
 
– che i richiedenti asilo gay e lesbiche abbiano ad assisterli, durante l’audizione della Commissione, mediatori linguistico-culturali gay e lesbiche, rimuovendo dalla legislazione qualsiasi ridicola obiezione rispetto alla presunta parzialità di un mediatore gay che si occupa di un richiedente gay (come se un mediatore potenzialmente omofobo invece la garantisse!)
 
– che i mediatori e le mediatrici linguistiche e culturali abbiano contratti di lavoro e retribuzione adeguati, in modo da poter svolgere il loro lavoro in maniera davvero professionale sia nelle Commissioni che nelle strutture sanitarie e negli uffici pubblici di tutto il paese
 
– lo stesso per i lavoratori e le lavoratrici delle strutture di accoglienza 
 
La memoria del colonialismo italiano, in gran parte rimossa dagli italiani, è dolorosamente presente nella vita di chi è nato in Libia, Etiopia, Eritrea. È necessario diffondere conoscenza e riflessione su questi temi nella cultura e nel dibattito pubblico di lingua italiana. 
 
Le/gli/* attiviste/i/* lgbtqi+ native/i/* italiane/i/* devono fare un grande sforzo per entrare in relazione con i compagni e le compagne che provengono da altri paesi, e con gli italiani e le italiane di prima generazione. Bisogna impegnarsi con umiltà per lasciare da parte atteggiamenti paternalistici, per diventare consapevoli di come le disuguaglianze socio-economiche impattano anche sul desiderio e sulle relazioni sessuali, sentimentali, di amicizia o anche di semplice convivialità, e uscire dall’abitudine di una socialità monoculturale e monolinguistica. 
 
Anche nei Paesi in cui l’omosessualità è reato, in cui il livello di violenza di genere è molto altoesistono comunità froce che si organizzano, che si divertono come possono, che si sostengono a vicenda, che producono immaginario e cultura. Inoltre, in tutte le culture popolari e cosidette tradizionali, in Italia come altrove, esistono potenzialità queer. Per questo B-Side Pride crede nella libertà per ciascun@ di coltivare le proprie tradizioni, la propria religione, la propria cultura di origine, o di abbandonarle o di cambiarle senza essere considerat@ per questo più o meno figo, più o meno gay, più o meno credibile o meritevole di protezione. B-Side Pride ha organizzato assemblee e incontri plurilingue e si propone di organizzare sempre di più eventi politici e di socialità che siano linguisticamente ed economicamente accessibili, così come un crowdfunding per sostenere le persone LGBTQIA tutte.
 
Per questo saremo in piazza con il Coordinamento Migranti.  Siamo consapevoli che per rendere attraversabili gli appuntamenti pubblici, in questo momento storico, non basta la cura sulla quale ci interroghiamo da sempre e che per noi transfemministe queer ha da sempre rivestito un’importanza fondamentale. Ci siamo già riappropriate dei nostri corpi e delle nostre relazioni lottando contro lo stigma e la paura, e vogliamo continuare a riprenderci lo spazio attraverso pratiche che tengano insieme l’approccio safer e il desiderio di stare insieme, la cura collettiva e modalità non discriminanti. Torniamo in piazza con i mezzi che in questo momento riteniamo necessari: mascherine, guanti e quello spazio tra i corpi che per noi non è “vuoto”, non è “distanza”, se riempito da desiderio di autodeterminazione e responsabilità verso la salute e il benessere collettivi
 
Basta razzismo, basta sfruttamento! Per la libertà di transitare tra generi e confini!
 
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ENGLISH VERSION
 

B-Side Pride strives primarily for freedom of movement, granted to everyone, regardless of skin color and nationality nor the status, recognized or otherwise, of “victim”. We fight not only for civil and political freedom but also for the material conditions necessary to exercise it: income, freedom from private or institutional violence and access to public space and social relations. This is why we are fighting for a European residence permit independent from the job status, for “ius culture” and for a truly anti-racist and open culture.
Our position on the current system can only be one of rejection, but as long as this system is in place we ask at least:
 
– the immediate finding of adequate housing facilities where asylum seekers and refugees can protect themselves from the risk of contagion from Covid, like any average Italian family
 
– the abolition of Salvini and Minniti Security Decrees
 
– the abolition of the Decree on – so-called – “Safe Countries”
 
– the abolition of the agreements with Libya
 
– that the residents of the reception facilities, both lgbit and non, are guaranteed, in addition to accommodation, food and medical care, also autonomy and self-determination: this means access to correct and complete information about rights, quality legal assistance, professional linguistic mediation, an organization of times and spaces that respects their freedom and autonomy and the needs of relational and emotional life.
 
– the opening of a suitable number of facilities exclusively for gay, lesbian and trans refugees
 
– that gay and lesbian linguistic-cultural mediators get to assist gay and lesbian asylum seekers, removing from the legislation any ridiculous objection regarding the alleged partiality of a gay mediator dealing with a gay applicant (as if a potentially homophobic mediator guarantees it!)
 
– that linguistic and cultural mediators and mediators have adequate employment contracts and remuneration, so that they can carry out their work in a truly professional manner both in the Commissions and in health structures and public offices throughout the country
 
– the same for the workers of reception structures
 
The memory of Italian colonialism, largely removed by the Italians, is painfully present in the life of those born in Libya, Ethiopia, Eritrea. It is necessary to spread knowledge and reflection on these issues in Italian culture and public debate.
 
The Italian native LGBT activists must make a great effort to get in touch with the comrades who come from other countries, and with the first generation Italians. We must humbly commit ourselves to leaving aside paternalistic attitudes, to become aware of how socio-economic inequalities also impact on sexual desire and relationships, sentimental, friendship or even simple conviviality, and to get out of the habit of a monocultural and monolingual sociality.
 
Even in countries where homosexuality is a crime, where the level of gender-based violence is very high, there are communities that organize themselves, have fun as they can, support each other, produce imaginary and culture. Furthermore, in all popular and so-called traditional cultures, in Italy as elsewhere, queer potential exists. B-Side Pride believes in the freedom for each one to cultivate traditions, religion, culture of origin, or to abandon or change it without being considered for this reason more or less cool, more or less gay, more or less credible or worthy of protection.
B-Side Pride has organized multilingual assemblies and meetings and aims at organizing more and more political and social events that are linguistically and economically accessible, as well as a crowdfunding initiative to support all LGBTQIA people.
 
We will be marching with Coordinamento Migranti. We are aware that to make public appointments accessible, in this historical moment, the kind of care that we have always aimed at and that has been sundamental for us transfeminist, is not enough. We have already re-appropriated our bodies and our relationships by fighting against stigma and fear, and we want to continue taking back space through practices that hold together a safer approach, the desire to be together and collective care. This time we return to the street with the means that we believe are necessary at this point: masks, gloves and that space between bodies, which for us is not “emptiness”, it is not “distance”, when we fill it with desire for self-determination and responsibility for collective health and well-being.
 
No more racism, no more exploitation! For the freedom to trans*it between genders and borders.
 
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VERSION FRANCAISE
 
 
B-Side Pride se battre avant tout pour la liberté de mouvement, accordée à tous, indépendamment de la couleur de peau et de la nationalité, ni du statut, reconnu ou non, de «victime». Nous luttons non seulement pour la liberté civile et politique mais aussi pour les conditions matérielles nécessaires à son exercice: revenus, absence de violence privée ou institutionnelle et accès à l’espace public et aux relations sociales. C’est pourquoi nous nous battons pour un permis de séjour européen indépendant du statut d’emploi, pour la “culture ius” et pour une culture véritablement antiraciste et ouverte.
Notre position sur le système actuel ne peut être que de rejet, mais tant que ce système est en place, nous demandons au moins:
– la recherche immédiate de logements adéquats où les demandeurs d’asile et les réfugiés peuvent se protéger du risque de contagion de Covid, comme toute famille italienne moyenne
– l’abolition des décrets de sécurité Salvini et Minniti
– la suppression du décret sur les soi-disant “pays sûrs”
– la suppression des accords avec la Libye
– que les résidents des structures d’accueil, lgbit et non, soient garantis, en plus de l’hébergement, de la nourriture et des soins médicaux, ainsi que l’autonomie et l’autodétermination: cela signifie l’accès à des informations correctes et complètes sur les droits, une assistance juridique de qualité, professionnelle la médiation linguistique, une organisation des temps et des espaces qui respecte leur liberté et leur autonomie et les besoins de la vie relationnelle et émotionnelle.
– l’ouverture d’un nombre approprié d’établissements exclusivement réservés aux réfugiés gays, lesbiennes et trans
– que les médiateurs linguistiques et culturels gays et lesbiennes puissent aider les demandeurs d’asile gays et lesbiennes, supprimant de la législation toute objection ridicule concernant la prétendue partialité d’un médiateur gay traitant avec un demandeur gay (comme si un médiateur potentiellement homophobe le garantissait!)
– que les médiateurs linguistiques et culturels et les médiateurs ont des contrats de travail et une rémunération adéquats, afin qu’ils puissent exercer leur travail de manière vraiment professionnelle à la fois dans les commissions et dans les structures de santé et les services publics à travers le pays
– de même pour les travailleurs des structures d’accueil
 
La mémoire du colonialisme italien, largement effacée par les Italiens, est douloureusement présente dans la vie des personnes nées en Libye, en Éthiopie, en Érythrée. Il est nécessaire de diffuser les connaissances et la réflexion sur ces questions dans la culture italienne et le débat public.
 
Les militants LGBT d’origine italienne doivent faire un grand effort pour entrer en contact avec les camarades qui viennent d’autres pays, et avec les Italiens de première génération. Nous devons humblement nous engager à laisser de côté les attitudes paternalistes, à prendre conscience de l’impact des inégalités socio-économiques sur le désir et les relations sexuelles, sentimentales, amicales ou même à la simple convivialité, et à sortir de l’habitude d’une socialité monoculturelle et monolingue.
 
Même dans les pays où l’homosexualité est un crime, où le niveau de violence sexiste est très élevé, il existe des communautés qui s’organisent, s’amusent comme elles peuvent, se soutiennent mutuellement, produisent de l’imaginaire et de la culture. De plus, dans toutes les cultures populaires et dites traditionnelles, en Italie comme ailleurs, le potentiel queer existe. B-Side Pride croit en la liberté pour chacun de cultiver les traditions, la religion, la culture d’origine, ou de l’abandonner ou de la changer sans être considéré pour cette raison plus ou moins cool, plus ou moins gay, plus ou moins crédible ou digne de protection.
B-Side Pride a organisé des assemblées et des réunions multilingues et vise à organiser de plus en plus d’événements politiques et sociaux accessibles sur les plans linguistique et économique, ainsi qu’une initiative de financement participatif pour soutenir toutes les personnes LGBTQIA.
 
Nous marcherons avec Coordinamento Migranti. Nous sommes conscients que pour rendre accessibles les rendez-vous publics, en ce moment historique, le type de soins que nous avons toujours visé et qui a été fondamental pour nous transféministes, ne suffit pas. Nous nous sommes déjà réappropriés notre corps et nos relations en luttant contre la stigmatisation et la peur, et nous voulons continuer à reprendre de l’espace à travers des pratiques qui tiennent ensemble une approche plus sûre, le désir d’être ensemble et les soins collectifs. Cette fois, nous retournons dans la rue avec les moyens que nous croyons nécessaires à ce stade: masques, gants et cet espace entre les corps, qui pour nous n’est pas “vide”, ce n’est pas “distance”, quand nous le remplissons de désir d’autodétermination et de responsabilité pour la santé et le bien-être collectifs.
 
Plus de racisme, plus d’exploitation! Pour la liberté de movement entre genres et frontières.